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La tempesta si agita


Vorrei romperti l’osso del collo giovane principe dal fiato corto

cullarti come da bambino sul ciglio dell’orrido più vicino

poi trascinarti per un braccio su tutti i sassi del crepaccio

per disegnare la nostra giornata lasciata asciugare sulla strada

 

Darti la vita, toglierti il sonno, prenderti a schiaffi in un girotondo

metterti il grugno sull’asfalto per dare ai tuoi occhi il giusto risalto

ballare fiero sulle tue spoglie, in mille spirali e giravolte

sempre cosciente, sempre cosciente, balia di questa mia corrente

 

Scivola, scivola il corpo minuto, sotto al mio colpo compiaciuto

scivola, scivola liquido rosso dalle ferite che ti porti addosso

tu vuoi parlare, ma non sai dire quale sia il vortice in cui finire

di scontare i giorni che restano, vuota prigione in cui demoni cantano

 

Tu vuoi parlare ma sei un manichino, vuota struttura dal capo chino

non sai difenderti, resti immobile, esplode il cielo ed inizia a piovere

scivola, scivola l’acqua che piange ferendo il viso e le tue guance

scivola, scivola fino alle labbra che a contatto col suolo mastican sabbia

 

Questa è la notte delle sorprese e delle anime sospese

che qui ritornano a tormentare chi ancora in vita causa dolore

questa è una lotta in cui ti ho contro, l’ultimo sangue mi trova pronto

armi alla mano sono più buono aspetterò altrove il tuo perdono

 

Niente nei gesti mi indica il passo per uscire dal sentiero

Parole scoppiano nel fumo nero

Tossica è l’aria, la mente accusa

Ogni tua scusa ed accusa confusa  la sposa che osa marchiarmi con aria scontrosa e piegata nell’ultima pace silente riposa.